“PERCHE' ABBATTERE IL DEBITO
PUBBLICO CON L’AZZERAMENTO DEI TITOLI
PUBBLICI, ACQUISTATI NELL’AMBITO
DEL QUANTITATIVE EASING?”
Lo Stato moderno, oltre a svolgere
le storiche funzioni (difesa esterna, ordine interno, amministrazione della
giustizia) è chiamato sempre più a
soddisfare nuovi bisogni della
collettività (sanità, istruzione, welfare ecc.).Per fare tutto ciò ha a
disposizione tre strumenti o meglio due poteri e una facoltà: emettere
moneta, tassare i cittadini, ricorrere all’indebitamento. Sono strumenti da
usare con equilibrio e in maniera diversificata, secondo l’andamento
dell’economia e per gli scopi sociali, che s’intendono raggiungere.
L’Italia,
con l’adesione al trattato della moneta unica, ha ceduto alla BCE il potere”
più importante”, quello di emettere moneta.
In cambio di che cosa? In pratica di
nulla o quasi.
In Italia, negli ultimi vent’anni, abbiamo
avuto diversi eventi catastrofici; terremoti, alluvioni e disastri di vario genere. Eventi
che hanno richiesto ingenti risorse finanziarie per fare fronte ai danni, che
ne sono derivati. Nel 2008 poi c’è stata la grande crisi finanziaria
internazionale , che ha avuto pesantissimi e persistenti riflessi negativi
sulla nostra economia prima e sul sistema bancario più tardi.
In paesi come Usa, Giappone, GB, per
citarne solo alcuni, le Banche Centrali, in occasione di eventi, come quelli
sopra citati, sono intervenute in favore dei governi con una massiccia
immissione di nuova moneta. Non così ha
potuto fare la BCE. Per statuto, tale organismo infatti ha solo
il compito di mantenere la stabilità dei prezzi
nell’area euro. Non può quindi
finanziare direttamente gli stati membri; non può svolgere in altre parole la funzione di prestatore di
ultima istanza, per nessuna ragione, anche in presenza di grandi calamità.
Questo ha comportato per l’Italia il ricorso a contrarre più debiti, a imporre
più tasse, a ridurre i servizi come per la sanità e l’istruzione.
E il ben noto Quantitative Easing a cosa è servito? E’ stato un
intervento a difesa innanzitutto del sistema finanziario e bancario che
rischiava il collasso. Per l’Italia ha avuto, come unico risvolto positivo, un
modesto contenimento del costo del denaro.
Detto questo, ora bisogna però fare un po’ di chiarezza sul
suo meccanismo.
La maggior parte
dell’opinione pubblica, attraverso la lettura di giornali o attraverso le reti televisive,
credo sia giunta alla convinzione che la Bce, tra il 2015 e il 2019 abbia
acquistato titoli pubblici per 2600/miliardi, stampando moneta.
La Bce non ha
invece stampato moneta!
Se l’avesse fatto,
nell’attivo del suo bilancio 2019 sarebbero appostati titoli per 2600/miliardi
e nel passivo un incremento dello stesso importo nella voce “ moneta in
circolazione”. Nel bilancio della Bce sono invece appostati solo 250/miliardi
di titoli. Solo quelli emessi da enti sovranazionali, come Banca Mondiali e BEI. Perché questo?
Perché la BCE, sempre a causa del suo Statuto, non può assumere rischi
per default di uno Stato né rischi per perdite sul prezzo delle obbligazioni.
Allora cosa è avvenuto in pratica? I titoli sono stati acquistati dalle Banche
Centrali Nazionali, nel rispetto del peso degli Stati nel capitale della BCE.
La
Banca d’Italia nel bilancio 2019 riporta infatti nell’attivo 384/miliardi per titoli
relativi al Q.E. Nel passivo espone un
debito verso la BCE alla voce Target2” di 438/miliardi. Perché gli importi non coincidono?
Perché il Target2 è un conto di transito per il quale passano tutti i movimenti
valutari (finanziari e commerciali) in entrata e in uscita, dell’Italia con il
resto del Mondo. In pratica per i paesi,
come l’Italia, che avevano già una esposizione negativa, nel Taget2 si è
verificato un aumento del saldo. Per quelli come la Germania, con un saldo
fortemente in attivo, l’importo dei
titoli acquistati, ha comportato un
decremento del saldo positivo del conto citato. Il tutto è avvenuto con
alcuni semplici click sui computer. Le Banche Centrali Nazionali a loro volta,
acquistando sotto le direttive della BCE sul mercato secondario le obbligazioni(
per la maggiore parte di debito pubblico), hanno alimentato la liquidità delle
banche commerciali del proprio paese.
Come è stata contabilizzata nel bilancio della BCE questa
moneta “scritturale?
Come avvenne nel 2000 per l’emissione delle banconote, è
stata portata in bilancio come debito. Chi sono i creditori
di questo debito?
Sono gli stessi Stati, in quanto soci/azionisti della Bce, che hanno ceduto la
loro facoltà di emettere moneta.
Stati, che da un
lato, risultano essere debitori per le obbligazioni emesse e acquistate dalle
Banche Centrali Nazionali e, dall’altro, creditori per la moneta, sia pure
scritturale, utilizzata dalla BCE per il loro acquisto.
Stando così le
cose, sembra chiaro e perfettamente legittimo il diritto degli Stati di potere chiedere
alla BCE la compensazione delle loro ragioni di credito e di debito nei
confronti della stessa. L’operazione
porterebbe per gli Stati all’abbattimento dell’indebitamento complessivo e ad un
risparmio in termini d’interessi. Per
alcuni paesi, come l’Italia con una elevata esposizione debitoria, sarebbe come
manna dal cielo!
Quando esercitare questo diritto se non ora che stiamo per
attraversare il periodo più difficile per il nostro Paese dal secondo dopo guerra?
TONINO DI TORRE DI FINO 22 Arile 2020