DIRITTO AD EMIGRARE, DOVERE DI ACCORDARE ASILO.

Premessa n.1. Credo che non si possa negare che le condizioni ambientali sulla Terra non sono le stesse per tutti.
Premessa n.2. Credo che non si possa negare che l’essere umano non ha la possibilità di scegliere da chi nascere né tanto meno il luogo dove nascere.
Premessa n.3. L’uomo sin da quando è apparso sulla Terra, per necessità o per convenienza, vive insieme ai suoi simili in comunità che sono diventate sempre più ampie (famiglia, tribù, Stato, organismi sovra nazionali) con apposite regole accettate o imposte.

Premessa n.4 Credo che non ci siano dubbi che l'imponente fenomeno migratorio, che stiamo vivendo, sia sfruttato da mercanti di morte e fomentato da chi (vedasi le multinazionali) avrebbe tutto l'interesse a vedere distrutto di ogni identità di comunità e di Stato in quanto ostacoli alle loro attività.
Da tutto ciò discende:

1)      Che va riconosciuto il diritto ad emigrare alla ricerca delle migliori condizioni di vita per chi è nato in ambienti meno favorevoli. Quello ad emigrare è da considerarsi un diritto naturale, connesso al diritto alla vita, che andrebbe riconosciuto da tutti gli Stati, senza la bizantina distinzione tra chi scappa da una guerra e chi scappa dalla fame.
2)      Il dovere per chi vive in zone più fortunate di dare asilo a chi arriva da posti  meno favorevoli. Sia chiaro però, obbligo verso chi arriva, non obbligo di organizzare retate di accoglienza a centinaia di miglia in acque internazionali. Obbligo di soddisfare per chi arriva le necessità per decenti condizioni di vita. Non obbligo quindi di assicurare agi e simboli del nostro consumismo più sfrenato.
3)      Il dovere per chi chiede asilo, non tanto quello di omologarsi ai costumi del luogo ospitante quanto quello di rispettare le leggi vigenti.

In virtù dei principi di cui sopra cosa dovrebbe fare l'Italia? 

1) Battersi innanzitutto in ambito U.E. e in sede Onu affinché sia riconosciuto lo ius migrandi, grazie al quale, chi arrivasse nel nostro paese, potrebbe poi scegliere anche di trasferirsi altrove. Contrastare l'attività criminali dei mercanti di morte, chiedendo l'intervento militare dell' Onu nei paesi dove questi assassini prosperano.
 2) Accordare un temporaneo permesso di soggiorno, previo l’obbligo di presentarsi per l’identificazione personale. Cosi tra le altre cose non si ci sarebbero più quelli che ora la nostra legge attuale considera come clandestini.
Il permesso potrebbe essere utilizzato in maniera individuale, se l’avente diritto avesse già conoscenza della nostra lingua o potesse contare sull’aiuto di eventuali parenti e/o amici già inseriti; altrimenti dovrebbe entrare in centri di accoglienza e d'inserimento. Centri distribuiti su tutto il territorio nazionale, in cui imparare la nostra lingua, imparare eventualmente un mestiere che possa facilitare l'inserimento nel tessuto sociale. Centri che andrebbero però allestiti e gestiti dalla Protezione Civile o dell'esercito con la collaborazione attiva anche degli stessi migranti. Non quindi gettati in pasto a pseudo cooperative, a corrotti e corruttori. Per coloro, che invece venissero fermati a commettere reati, il carcere previsto dalle leggi e per chi non rispettasse le regole dell’accoglienza l’espulsione con il rimpatrio nei loro Stati di provenienza in maniera irrevocabile.
L’emigrazione è soprattutto un dramma, che spesso sfocia in tragedia, per chi vi è costretto. I tanti italiani che l’hanno praticata nel Mondo e in Italia sanno bene cosa comporta. Non ha bisogno del pietismo e del buonismo di maniera. Ha bisogno del dovere morale e giuridico di accogliere chi arriva, del dovere da parte di chi arriva di adeguarsi alle leggi del paese ospitante.