L'UOMO, LA BIOLOGIA, L'AMBIENTE.

Premessa. Un mio compagno di scuola era solito iniziare il suo tema d’italiano quasi sempre con la frase: “Sin dall’età della pietra, l’uomo…”. Allora, in classe si ironizzava su questa sua frase che sembrava alquanto banale. In seguito però mi sono dovuto ricredere perché la frase, riflettendo, contiene una grande verità. È dall’uomo, dalla conoscenza dei suoi comportamenti che bisogna partire per capire e per cercare soluzioni ai tanti problemi che la vita di volta in volta ci pone.

Per  conoscere l’uomo bisogna innanzitutto considerare la sua biologia. Biologia che contiene alcuni elementi che lo differenziano nettamente dagli altri esseri viventi e costituiscono la sua essenza. Questi elementi o molecole sono: l’avidità, la vanità, la curiosità e una fantasia sfrenata capace di generare sempre nuovi bisogni. E la ragione? La ragione sarebbe solo uno strumento di calcolo; servirebbe all’uomo solo per valutare la convenienza delle sue azioni. (1)
TESI. Tutti gli esseri umani, dovunque nascono, nascono potenzialmente con tutti gli elementi sopra citati. L’ambiente poi ne accentua, sviluppa, attenua l’uno piuttosto che l’altro. L’ambiente è da intendere nel suo significato più ampio: territorio, condizioni climatiche, alimentazione, cultura, Storia, istituzioni, famiglia e organizzazione sociale. Il comportamento, dell’uomo è pertanto condizionato sia dalla sua biologia sia dall’ambiente in cui vive e si sviluppa. Credo che nessuno possa negare che le condizioni ambientali sulla faccia della Terra siano le più disparate e da queste disparità derivano poi le tante diversità, anche somatiche, che si riscontrano nelle numerosissime comunità di uomini che via via si sono formate da che mondo è mondo.
A sostegno della tesi di cui sopra, porto due esempi che mi sembrano molto calzanti.
I Lucani e l’ambiente. Siamo stati accusati in passato di essere individualisti, pessimisti, privi di una coscienza collettiva. Se questo era vero 50/60anni fa, credo che lo sia in gran parte ancora oggi perché nel frattempo non mi sembra che sia cambiato più di tanto il nostro modo di pensare. 
Una cosa però è certa. Questi eventuali limiti non sono dovuti al nostro DNA, non sono ereditari; sono determinati unicamente dall’ambiente. La Terra nostra è affascinante per il turista che viene da lontano mentre risulta problematica per noi che ci viviamo. Terremoti, alluvioni, siccità, storiche nevicate, frane; nulla ci viene risparmiato. I nostri antenati per sfuggire a condizioni ambientali forse ancora più difficili, furono costretti a stabilirsi su problematici cocuzzoli dove per secoli sono rimasti isolati in condizioni di completo abbandono. A questo e al fatto che la nostra piccola comunità risulta distribuita su oltre 130 comuni, per la maggior parte di poche migliaia di persone e per giunta ancora oggi carenti di adeguate infrastrutture, sono da imputare in gran parte i limiti che ci vengono attribuiti. Nulla comunque di cui vergognarsi perché abbiamo pure delle qualità che forse altri non hanno. Essere consapevoli dei propri limiti, sia che siano individuali sia che siano collettivi, deve stimolarci ad eliminarne le cause.

Il marxismo e la biologia umana. Al marxismo va riconosciuto il grande merito di avere dato la “speranza” su questa Terra a milioni di uomini, di avere contribuito grandemente al miglioramento e al progresso delle masse proletarie. Ha fallito però nel più alto degli suoi ideali. Quello cioè di creare una società in cui “ognuno desse secondo le sue capacità e prendesse secondo i suoi bisogni.” Occorreva un uomo nuovo perché ciò si realizzasse e l’uomo di Treviri pensò che lo si potesse formare attraverso un periodo di dittatura del proletariato durante il quale abbattere le incrostazioni della Storia. Non tenne purtroppo conto della natura dell'uomo; in particolare, del suo opportunismo che lo spinge ad assumere posizioni diverse secondo se si trova a svolgere il ruolo d'incudine o di martello. Le ideologie e le religioni infatti sono state dall'uomo sempre strumentalizzate. Nel loro nome ha commesso e commette ancora oggi crimini orrendi.
Il marxismo costituisce pur sempre un patrimonio culturale di grandissimo valore sociale a cui attingere per chi voglia combattere a fianco dei più deboli contro le tante ingiustizie esistenti nel mondo.

Conclusione. Conoscere i meccanismi del pensiero e dell’agire umano, i condizionamenti che questi subiscono nell’ambiente, consente di essere più tolleranti verso tutto quello che è diverso; evita il grossolano errore di pretendere che gli altri vedano le cose così come le vediamo noi, aiuta a capire i vizi e le virtù della "bestia umana", a mitigarne gli eccessi.
T.d.T.d.Fino Dicembre 2014


(1) dal Leviatano di Thomas Hobbes - filosofo inglese del '600
  
                                          AUGURO A TUTTI UN FELICE ANNO NUOVO