La scelta di andare via da Miglionico fu per me particolarmente sofferta.
Sapevo che così facendo avrei dato un grande dispiacere ai miei genitori. Non
potevo però rinunciare alle mie idee nè vedere calpestata la loro e la mia
dignità. Lottare? Con chi lottare? Vedevo amici e coetanei o partire o
andare con il cappello in mano davanti ai politici influenti di
allora nella speranza spesso vana di ottenere un posto di lavoro, costringendo
anche i loro familiari a fare ” i cangiabandiera”.
Così appena ne ebbi la possibilità,
partii ma con tanta rabbia in corpo e un sogno nella valigia di cartone.
Tornare un giorno a dare un mio contributo affinchè i giovani non si
trovassero più davanti alle scelte di cui sopra. I sogni, come si sa, sono
fragili e il mio era destinato a svanire di fronte alla realtà della vita. Col
passare degli anni nel mio animo andò però crescendo “nu scrupulo di
cuscienza” (un senso di colpa) per non essere riuscito a fare quanto mi ero
proposto, lasciando il paese. Quando sono andato in pensione mi sono accorto di
non avere più alibi. Allora ho cominciato a pensare come mettere a tacere la
mia coscienza. Esclusa l’eventualità di occuparmi di politica, mi è parsa
che la cosa migliore da fare fosse quella di mettere a
disposizione della comunità l’esperienza professionale accumulata a
contatto con imprese e imprenditori durante il mio lungo “esilio” in Lombardia.
E’ scaturita così quella idea progetto di cui ho parlo nel mio post “ Fare
impresa al Sud è un’impresa“ intervento ripreso dall’amico Antonio
Centonze e riportato a modo suo anche sul Quotidiano della Basilicata il
25 gennaio scorso.
Credo di avere spiegato adeguatamente
in esso le ragioni del il mio interesse per ” l’impresa”.
Il perchè poi avessi pensato di prestare consulenza in maniera
gratuita è spiegato qui in alto. Mi resta da spiegare il perchè ho cercato
la collaborazione di Amm.ne Comunale, Camera di Commercio, amici ed
imprenditori ecc. ecc.
Il lavoro ovvero l’attività che uno
vuole svolgere nella vita è, a mio avviso, un problema personale. La
soluzione al problema invece, nelle nostre zone e nel Sud in generale, è
da tempo diventata ormai una questione che richiede un impegno
collettivo di tipo straordinario; oserei dire di tipo
rivoluzionario! E’ necessario ( non mi stancherò mai di
ripetere) concentrare sul problema lavoro gli sforzi di tutti
e tutte le risorse disponibili anzichè pensare a sprecarle in buoni sport,
buoni vacanze , a finanziare carnevalate fuori stagione ecc.ecc.
Continuando invece a ricorrere alla raccomandazione del politico di
turno, alla protezione del padrino di zona o ad altre furbizie di questo
genere, come fino adesso tanti sono purtroppo costretti a fare, forse
si riesce ad ottenere ( il più delle volte solo a sperare ) un posto
di lavoro o una commessa per la propria azienda ma il problema rimane
insolubile. I nostri figli, i nostri nipoti continueranno a trovarsi
sempre di fronte al dilemma: partire o cedere al ricatto dei prepotenti e,
ancora cosa peggiore, correre il rischio di cadere nella rete della
delinquenza
La situazione lavoro per i giovani,
oggi mi sembra ancora più grave rispetto alla nostra di 40/50
anni fa. Allora la politica delle clientele la faceva da padrona, come adesso;
c’era però la possibilità di tanto in tanto di partecipare ai concorsi
indetti dagli enti pubblici, da banche, dalle Poste, dalla Scuola. Oggi non
c’è neanhe quella. Nelle amministrazion pubbliche si può
sperare di entrare, magari da precario, solo se si ha qualche santo in paradiso
o, se moralmente, a volte non solo moralmente, ci si prostituisce.
Di fronte a questo quadro così
drammatico, avevo pensato di dare un mio modesto contributo, non
solo di idee, per battere altre strade. Quella di aiutare a fare
impresa mi era sembrata la più idonea. I tempi purtroppo non sembrano
ancora maturi!
T.d.T.d.F.
N.B: Chi volesse intervenire su questo argomento,
come su qualsiasi altro da me trattato, può utilizzare la mia e.mail ….v.dambrosio2@virgilio.it
Nessun commento:
Posta un commento