La
corruzione, come la prostituzione, è fenomeno antico come il mondo. Il primo
tentativo di corruzione viene infatti attribuito al Serpente
che, con una mela, convinse Eva a boicottare quanto Dio aveva progettato per
l’uomo. Si creda o meno all’allegoria riportata nel libro della
Genesi, è indubbio che la corruzione è legata alla natura dell’uomo e
alla sua storia. Essa è innanzitutto conseguenza della sua avidità ed
è il frutto velenoso del Potere. Potere inteso come discrezionalità di
accordare, negare un permesso, una licenza, riconoscere una facoltà di fare o
non fare. Che sia così, lo dimostra il fatto che i fenomeni di
corruzione sono presenti in ogni epoca, in ogni latitudine, sotto ogni
regime, sia pure con gradazioni diverse.
In Italia, da quando fu proclamato la
stato unitario, la corruzione sia politica che economica è andata via via
aumentando, fino a diventare un fatto patologico della nostra società. Un fatto
endemico fu definito ai tempi di Tangentopoli; sistemico è stato definito
nei giorni scorsi. Stando alle statistiche mondiali, il
nostro paese è in buona posizione in classifica (se
si può dire così) ma non tra primi posti. Per la
verità, stiamo facendo del nostro meglio anche in fatto di
corruzione per infliggere, dopo quello che abbiamo fatto con le varie
mafie, un ulteriore duro colpo ai nostri interessi e alla nostra
immagine nel mondo!!
Per
contro, vantiamo anche un’ agguerrito e numeroso esercito
di moralisti (magistrati, politici, giornalisti, prelati ed associazioni varie) che non perdono occasione per condannare, per fare
sermoni, per invocare misure sempre più draconiane contro la
corruzione. Spesso, però, solo contro quella degli altri, come è
successo a quei politici che nel 1994 in Parlamento mostrarono dei cappi per
la forca che, visto come poi sono andate le cose, avrebbero fatto bene a
conservare perché sarebbero potuto servire per loro
stessi, se avessero avuto un po' di dignità!
Tutti i politici comunque,
indipendentemente dal loro colore, dichiarano a parole di
volere combattere la corruzione, (anche quelli che vengono
colti con le mani nella marmellata). Promettono sempre di
adottare misure più severe. Tranne il Cav. che da circa 20anni
invece promette, tra tante altre cose,
condoni tombali e pensa ad amnistie generali per reati
passati e futuri!
La corruzione, secondo il nostro
codice penale, è il reato in cui incorre un pubblico
funzionario quando, per compiere un atto del suo ufficio, accetta
qualsivoglia compenso non dovuto da parte del cittadino. L’ esercito
dei moralisti invoca ora che si vada ben oltre per arginare il
fenomeno. Si chiede di estendere il reato anche ai rapporti tra
privati cittadini. Così: quando la mamma promette al bambino di comprargli
la brioche se va all’asilo; quando il nonno promette al nipotino di
comprargli le patatine se fa il bravo ; quando si andasse in
chiesa a promettere ad un santo di andare scalzo in pellegrinaggio per avere
una grazia, in tutti questi casi, attenzione, si potrebbe
essere accusati di corruzione. Del resto, con certi magistrati che ci
ritroviamo, tutto sarebbe possibile!
Fare del sarcasmo intorno alla
corruzione, come si vede, è fin troppo facile. Molto più difficile è pensare a
misure efficaci, quanto meno, per ridurla. Pensare che si possa estirparla
completamente, per le ragioni che ho sostenuto all’inizio,
non appare realistico. Questo però non significa che bisogna subirla
passivamente. Va invece combattuta e tenuta sotto controllo perché
altrimenti finisce per distruggere le istituzioni e il vivere civile di un
popolo. Per una efficace lotta ai fenomeni corruttivi, a mio avviso, è
necessario però intervenire sui meccanismi che ne sono alla base. Detto
“terra terra” bisogna cercare di ridurre le occasioni che portano alla
corruzione! Bisogna tenere “li lapuni” lontano dal miele!
Come? limitando intanto la durata
delle cariche elettive, rendendole non ripetibili se non dopo un congruo lasso
di tempo. Un vecchio detto infatti sostiene che “l’acqua che non scorre puzza”.
Per quanto riguarda poi gli enti pubblici andrebbe scisso il potere di delibera, che
dovrebbe essere affidato sempre ad un organo collegiale tanto ampio
quanto più forti sono gli interessi in ballo, dal potere di esecuzione
che non dovrebbe così avere alcun potere discrezionale. Mi sembra che
corrompere più persone sia sempre più difficile che corromperne una. Il
controllo sugli enti poi dovrebbe essere affidato sempre ad
organismi esterni e non nominati da chi dev’esssere controllato.
Due sono i settori in cui principalmente si annida
la di corruzione in Italia. Uno è quello urbanistico e
questo pricipalmente perché oltre il 60% dei Comuni in
Italia è ancora privo di un piano generale del territorio. La
mancanza di questo strumento è la causa sia di abusi da parte
dei cittadini sia spesso di richieste di tangenti da parte di
amministratori e/o funzionari. L’altro settore é quello degli
appalti la cui normativa andrebbe completamente riconsiderata, vista la
dilagante corruzione che lo affligge. Mi limito, al
riguardo, segnalare, che avere costretto gli enti pubblici ad
affidare all’esterno tanti servizi, prima gestiti direttamente, non è stata
scelta felice. Questi appalti, spesso gonfiati ad arte, sono
diventati una vera e propria mamma per i corrotti mentre non ci sono
stati né risparmi per i cittadini, né migliore qualità nei servizi, a
volte, solo maggiore sfruttamento del lavoro. Tanti altri
provvedimenti ci sarebbero da prendere in questa materia, tanti altri
meccanismi andrebbero adottati, ma i nostri “moralisti “si limitano
a salmodiare, a condannare gli altri ed attribuirsi attestati di
probità!
E il carcere qualcuno potrebbe
chiedersi? Mi sembra ovvio che bisogna anche punire con il
carcere. Occorrerebbe però che la pena detentiva fosse commisurata
non solo al tipo di condotta criminosa (come avviene ora) ma anche
al danno procurato alla collettività. Così a qualcuno non
basterebbe tutta la vita terrena per scontare il carcere ma dovrebbe,
per chi ci crede, continuare anche nella vita eterna, naturalmente
all’Inferno!
T.d.T.d.F.
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