LA BCE, L’ITALIA E IL GRANDE INGANNO.
Con quali risultati? Almeno gli stessi per quanto riguarda l’economia. In più si sarebbe potuto ritirare dal mercato c.a. 300/mdi di titoli pubblici; operazione che avrebbe comportato l’abbattimento del nostro debito per lo stesso ammontare. In pratica ora avremmo meno 2000/mdi di debito anziché i circa attuali 2300/mdi.
La questione è da
ritenersi chiusa? C’è da piangere sul latte versato? Niente di tutto questo.
Alla fine del 2018 o
quando il Q.E sarà terminato, la Bce si troverà nel suo attivo almeno 2500/miliardi
di euro in obbligazioni, in gran parte debito pubblico degli Stati
dell’eurozona. Costo dell’operazione? Zero o quasi. La Bce si avvalsa del
potere di emettere Moneta, conferitole dai 19 paesi aderenti. Non ha dovuto sostenere
neanche i costi per stampare gli euro. Tutto è avvenuto elettronicamente a
mezzo computer. Chi sono i padroni dei 2500/miliardi al netto dei pochi costi
di gestione? Gli Stati membri che hanno ceduto il loro potere di stampare
Moneta, la stessa Bce o la Burocrazia di Bruxelles? A mio modesto avviso, sono di proprietà di
chi ha ceduto il proprio potere di stampare moneta in cambio di nulla.
Ovviamente in proporzione al peso del potere ceduto. Cosa dovrebbe fare l’Italia? Quando l’operazione del Q.E sarà terminata il Governo italiano, in sede di Eurozona, dovrebbe chiedere la spartizione del “malloppo accumulato” o semplicemente l’azzeramento dei nostri titoli pubblici in pancia alla Bce. Otterremmo cosi quel consistente abbattimento del nostro debito pubblico che avremmo avuto se non avessimo ceduto “la macchina stampa soldi” e avessimo fatta in proprio l’operazione di Q.E.
Le possibilità che ciò accada? Pari a ZERO!!
Chi ha governato o chi ne ha avallato con il voto favorevole
l’operato, non ha interesse alcuno a sollevare il velo sul grande inganno di
cui sopra e sul grande danno che ne deriva all’Italia. Non mostrano interesse
neanche quei politici di data più recente. Dopo avere inveito e sbraitato
contro l’euro e l’U.E., appena sentito il profumo del potere, si sono
precipitati in America, Londra, Bruxelles per farsi benedire, dare
assicurazioni e promettere lealtà. Da buoni opportunisti si sono resi conto che
è difficile vincere le elezioni e soprattutto governare contro lo strapotere
del mondo finanziario. È sparito cosi ogni accenno ad una sia pure eventuale
uscita dall’euro. Il referendum, sbandierato tempo addietro, è diventato una
pistola da tenere sotto il tavolo, non si sa bene di quali trattative. Delle proposte
d’introdurre strumenti alternativi da affiancare all’euro per ridurre gli
effetti negativi delle politiche restrittive dell’U.E. si sono perse le tracce.
La stragrande maggioranza della stampa, che sopravvive grazie ai contributi
elargiti dal potere politico, sembra svolgere egregiamente il suo ruolo di
“lecchinaggio", attaccando chi osa solo tentare di
sollevare il velo della vergogna.
Il numero delle famiglie sotto la soglia di povertà, dei
cittadini che rinunciano a curarsi e di quelli che vedono assottigliarsi sempre
di più il loro potere d’acquisto intanto continua a crescere e devono sorbirsi
pure l’accusa di essere dei rancorosi! Sono, a ragione, invece solamente
incazzati. Certamente non sono né rancorosi né incazzati quel 10/15% di
cittadini che continuano ad arricchirsi sempre di più
Si potrebbe sperare in un ’48 o perlomeno in nuovo’68? Il
contesto sociale e culturale, sia nel nostro Paese come nel resto del Mondo, è
profondamente mutato. L’innesto delle nuove tecnologie comprime e deprime
sempre di più il fattore lavoro, tutto a vantaggio del Capitale. Le ideologie neo
liberiste e globalizzanti, tra le altre cose, hanno permesso l’affermazione di
un “potere finanziario internazionale” senza limiti né controlli, in grado di
condizionare qualsiasi parte del Mondo. I nuovi mezzi di comunicazione di massa
hanno completamente cambiato il mondo delle relazioni.
Allora non c’è speranza? Mai disperare! Prima o poi tutto è destinato a crollare,
proprio come la Torre di Babele. Il Mondo però non è finito allora non finirà neanche
quando pure questo sistema cosi ingiusto prima poi arriverà al collasso. L’importante intanto è crearsi, se possibile, una
nicchia sotto cui vivere senza condizionamenti.