Della
grave crisi economica/finanziaria che stiamo attraversando si parla molto e
sotto vari aspetti. Della vera causa che l’ha determinata invece si parla poco
o nulla.
Scopo di questo mio intervento è
provare a spiegare come ha avuto origine e perché si è arrivato a creare questo
immane disastro.
Tutto ebbe inizio negli anni ‘70 in
America dove, per superare un lungo periodo di stagnazione, si pensò che un
sistema finanziario liberalizzato potesse meglio aiutare l’economia a
crescere.
Si
abolirono pertanto tutti i vincoli e controlli sul sistema bancario che erano
stati posti all’epoca della grave crisi del ‘29.
Il sistema bancario si accorse subito
che così poteva creare ricchezza più velocemente e indipendentemente
dall’economia reale. Come? Imitando il miracolo biblico della moltiplicazione
dei pani e dei pesci, però con una significativa differenza. Gesù Cristo si
racconta che abbia creato il cibo per una grande moltitudine di persone; le
banche invece s’inventarono prodotti finanziari e modi operativi per
arricchirsi e per arricchire poche migliaia di persone a spese di qualche
miliardo d’uomini!
Con la caduta del comunismo, la
corrente di pensiero liberista che sosteneva che “i mercati senza frontiere e
senza regole “avrebbero risolto persino il problema della fame nel mondo,
divenne in breve “il pensiero unico”. Così, grazie anche alle nuove tecnologie,
i modi disinvolti e truffaldini di operare delle grandi banche americane si
propagarono velocemente in Europa e in gran parte del mondo.
Si creò nel giro di dieci/quindici
anni una vera e propria torre di babele di prodotti finanziari (vedi derivati
ecc.), che poi sarebbero stati definiti “tossici, e naturalmente come quella
biblica prima o dopo erà destinata a crollare. Il crollo avvenne, com’è noto,
nel 2008 con una gravissima ricaduta sull’economia reale di gran parte del
mondo. D’allora si discute a tutti i livelli come uscire da questo disastro,
come rilanciare l’economia mondiale. Non si parla o si parla poco però della
causa vera, qui sopra accennata, che sta alla base di quanto è successo.
Perché?
Perché bisognerebbe prendere atto, che
anche il liberismo economico sfrenato, voluto ed imposto dagli
americani, è da considerare fallito così come alla fine degli ‘80 era fallito
il comunismo. Perché entrambi i sistemi sono da considerarsi falliti? Perché le
teorie che sono alla loro base presuppongono un uomo diverso da quello che esso
è biologicamente. L’uomo per sua natura è un essere egoista e non solo; è
dotato di ragione, è vero, ma anche di una fantasia sfrenata che lo spinge a
desiderare sempre, sempre di più. Soddisfatto un appetito se ne crea un altro e
poi un altro ancora, senza limiti. L’avidità lo spinge verso quello che è
chiamato progresso, ma se non trova argini finisce per creare disastri come
quello in cui stiamo vivendo. Non basta purtroppo richiamarsi all’etica,
occorrono regole ed istituzioni in grado di farle rispettare.
La globalizazione, almeno quella
finanziaria, è fallita proprio per l’assenza di regole ed istituti in grado di
farle rispettare.
La Chiesa Cattolica è stata forse
l’unica Istituzione che si è resa conto di questo e recentemente ha invocato
con documenti ufficiali un governo sovranazionale per la finanza mondiale. E’
utopistico però pensare che ciò possa realizzarsi, viste le grande disparità
economiche esistenti e non solo economiche tra le diverse parti del mondo.
Allora cosa fare?
Non bisogna rintanarsi o rifugiarsi in
anacronistici e pericolosi nazionalasmi ma non è possibile lasciare spazio che
un manipolo di avidi speculatori metta a repentaglio l’esistenza di miliardi di
persone.
Cosa dovremmo fare noi in Italia che
proprio in queste settimane siamo nell’occhio del ciclone?
Dovremmo cominciare innanzi tutto a
mettere ordine in casa nostra; a prendere atto degli errori commessi nel
passato. Smettere col vizio italico di ricorrere al principe esterno per
risolvere le nostre diatribe interne.Dopodichè dovremmo riconsiderare le
tante cose che non vanno nell’Unione Europea che così com’è sembra andare
verso il suo fallimento.Sarrebbe gravissimo se ciò accadesse.
Dovremmo infine tornare a pensare
secondo i dettami della nostra cultura e delle nostre tradizioni, dovremmo non
rincorrere mode o teorie che non ci appartegono. .
Un governo globale del mondo, come
richiederebbe la iperglobalizzazione economica, è pura utopia. Non è possibile
fare a meno degli stati nazionali. Gli uomini sono simili ma non uguali
per natura e per condizioni ambientali (purtroppo!) Se fossero
uguali, l’Umanità si sarebbe potuto fermare ad Adamo ed Eva e non
raggiungere i sette miliardi d’individui. Stando così le cose, quello che
si può solo auspicare è una sempre maggiore cooperazione tra gli Stati
o tra aree omogene di Stati.
T.d.T.d.F.