NOTE ( A PERDERE) PER POLITICI E PER EUROPEISTI “ A PRESCINDERE”
Stiamo attraversando forse i momenti più difficili e complicati dal secondo dopo guerra . Momenti che avranno purtroppo risvolti sul piano economico sicuramente pesanti ed ancora difficili da quantificare.
Gli interventi, che il Governo sembra intenzionato ad adottare, appaiono frammentari ed insufficienti .
Il volere reperire poi le necessarie risorse finanziarie, ricorrendo a qualche decimale di flessibilità di debito concesso dall’U.E., non sembra maniera appropriata. In Autunno il Paese, molto probabilmente, si troverebbe in recessione e sicuramente con un debito ulteriormente cresciuto.
Le scelte difficili, che allora ci verrebbero richieste dalle “iene” ( U.E. Fmi, Ocse e agenzie di rating ) se accettate, potrebbero essere tali da mettere a dura prova la convivenza civile e persino le stesse istituzioni democratiche.
Allora invece cosa fare?
Il Governo in carica, sulla base di una mozione votata in modo unanime dal Parlamento, dovrebbe presentare in sede di Consiglio Europeo una proposta di riforma della BCE e, in subordine, del funzionamento dell’euro.
Per la Bce andrebbe richiesto la riforma del suo statuto in modo che la banca potesse emettere moneta almeno in momenti particolarmente difficili, come quelli che stiamo vivendo e in casi di gravi disastri naturali ( come terremoti, alluvioni ecc. ecc.) Moneta che gli Stati dovrebbero destinare esclusivamente per investimenti a sostegno dell’ economia e/o per il ripristino delle infrastrutture danneggiate dalle calamità naturali.
Come alternativa alla proposta di cui sopra, si potrebbe prospettare di trasformare la funzione dell‘euro da moneta unica in moneta comune. In questo caso gli Stati sarebbero liberi di affiancare all’euro una moneta nazionale, ad uso interno, non convertibile.
Il tutto senza accuse e sterili polemiche di parte.
E se ci trovassimo davanti un muro? I muri crollano o si abbattono!
Tonino di Torre di Fino 8 Marzo 2020
Gli interventi, che il Governo sembra intenzionato ad adottare, appaiono frammentari ed insufficienti .
Il volere reperire poi le necessarie risorse finanziarie, ricorrendo a qualche decimale di flessibilità di debito concesso dall’U.E., non sembra maniera appropriata. In Autunno il Paese, molto probabilmente, si troverebbe in recessione e sicuramente con un debito ulteriormente cresciuto.
Le scelte difficili, che allora ci verrebbero richieste dalle “iene” ( U.E. Fmi, Ocse e agenzie di rating ) se accettate, potrebbero essere tali da mettere a dura prova la convivenza civile e persino le stesse istituzioni democratiche.
Allora invece cosa fare?
Il Governo in carica, sulla base di una mozione votata in modo unanime dal Parlamento, dovrebbe presentare in sede di Consiglio Europeo una proposta di riforma della BCE e, in subordine, del funzionamento dell’euro.
Per la Bce andrebbe richiesto la riforma del suo statuto in modo che la banca potesse emettere moneta almeno in momenti particolarmente difficili, come quelli che stiamo vivendo e in casi di gravi disastri naturali ( come terremoti, alluvioni ecc. ecc.) Moneta che gli Stati dovrebbero destinare esclusivamente per investimenti a sostegno dell’ economia e/o per il ripristino delle infrastrutture danneggiate dalle calamità naturali.
Come alternativa alla proposta di cui sopra, si potrebbe prospettare di trasformare la funzione dell‘euro da moneta unica in moneta comune. In questo caso gli Stati sarebbero liberi di affiancare all’euro una moneta nazionale, ad uso interno, non convertibile.
Il tutto senza accuse e sterili polemiche di parte.
E se ci trovassimo davanti un muro? I muri crollano o si abbattono!
Tonino di Torre di Fino 8 Marzo 2020