150
anni d’unità d’Italia,150 anni in cui gli interessi legittimi del Sud sono
stati sacrificati prima a favore degli interessi del Nord e, successivamente,
sull’altare di quella Unione Europea che ora ci sta crollando addosso.
150
anni che hanno trasformato il Sud in un’altra Italia, una Italia
irrimediabilmente di serie B. Perché è accaduto tutto questo? Semplice, perché
il Sud non esiste! Non è mai esistito.
Come
entità coesa non è mai esistita nemmeno all’epoca del Regno delle due
Sicilie.
Secoli
d’isolamento hanno fatto si che si formassero invece tanti Sud, tante realtà,
diverse tra loro anche nell’ambito di una stessa regione. Senza adeguate vie di
comunicazione, specie al suo interno, il Sud è rimasto tagliato fuori dal resto
dell’Italia e dall’Europa; la maggiore parte del suo territorio è rimasto
isolato e diviso.
Questa situazione ha impedito che il
Mezzogiorno beneficiasse delle rivoluzioni culturali, religiose ed industriali
che si sono succedute dal Rinascimento fino al secolo scorso; ha impedito
altresì che si formasse una classe politica che avesse una visione unitaria e
capace di difendere gli interessi generali dell’intero territorio. Abbiamo
avuto, è vero, nell’Italia post unitaria diversi uomini politici che hanno
ricoperto anche le più alte cariche di governo. Tutti però hanno barattato i
legittimi interessi del Sud o per il proprio tornaconto personale o in cambio
di favori per i loro rispettivi clan e/o zone d’influenza. Solamente nel
secondo dopo guerra e solo il partito comunista, con le lotte contadine, cercò,
sia pure in maniera strumentale, di dare un senso unitario ai problemi del Sud.
Con l’aborto della timida riforma agraria che ne seguì e con il successivo
sacrificio dell’agricoltura mediterranea sull’altare di quella Europa che ora
si sta sfasciando, “per i cafoni” del Sud si aprirono le porte delle fabbriche
del Nord Italia e dell’Europa come unica alternativa. Tutto cambia, tutto
scorre, nulla è come prima affermava un antico filosofo greco ed anche per
questa parte d’Italia, chiamata Mezzogiorno e/o Sud i numeri sono nel frattempo
cambiati ma il risultato è identico: zero e quindi drammatico.
Se il Sud non esiste com’ è stato qui
affermato e spiegato, allora non ha
senso parlare di futuro, qui inteso come speranza di un miglioramento delle
condizioni di vita sociale. Fino a quando non si avrà una visione
complessiva dei suoi vecchi e nuovi problemi, questa parte del Paese continuerà
ad essere solo un’appendice malata dell’Italia e dell’Europa.
Si è anche qui sostenuto però che ci
sono tanti Sud, tante zone così diverse fra loro per condizioni economiche,
culturali ed ambientali. Tra queste, la terra Nostra, la terra di Basilicata ha
delle buone possibilità di emergere dalla plurisecolare condizione di
sottosviluppo.
Di questo però parleremo in maniera approfondita in un prossimo
intervento.
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